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Alimentazione

Che pasta mangio oggi?

Soltanto qualche anno fa acquistare un pacco di pasta era abbastanza semplice. C’era la pasta all’uovo, la pasta di grano duro, la pasta corta e la pasta lunga. Adesso quando ci si trova a dover affrontare il reparto pasta, spesso si va in confusione.

Ormai la pasta si produce usando le farine più disparate. Abbiamo la pasta di lenticchie rosse, quella di piselli, di ceci, di Kamut, naturalmente quella integrale e tante altre. Cosa scegliere? Quale farina è più sana?

Lasciando da parte la curiosità di provare qualcosa di nuovo e i nostri gusti personali, cerchiamo di capire qual è la pasta migliore per la nostra salute.

Le origini della pasta

La pasta è senza dubbio l’alimento che, insieme alla pizza, contraddistingue la nostra italianità. Ma chi la inventò?

E’ sicuro che già i Romani, i Greci e gli Etruschi, conoscessero un’antenata della lasagna, ossia la “lagana”; sottili sfoglie di pasta farcite con carne e cotte in forno. Infatti in una tomba etrusca di Cerveteri è stato ritrovato tutto il necessario per tirare una buona sfoglia.

Per trovare notizie di qualcosa di molto vicino alla pasta che conosciamo, dobbiamo arrivare alla fine del 1154, quando un geografo arabo descriveva un “cibo di farina in forma di fili”, chiamato “tryiah”, che si confezionava a Trabia (Palermo) e si esportava in tutta la penisola.

Sembra quindi sicuro che la pasta secca, adatta ad essere conservata a lungo e trasportata verso mete lontane, sia nata in Sicilia durante la dominazione araba.

La produzione di pasta iniziò a risalire tutto lo stivale, spostandosi in tutta la penisola meridionale ed in Liguria; luoghi in cui il clima secco e ventilato ne favoriva l’essiccazione. Nelle regioni del nord, probabilmente per ragioni climatiche, si rimase legati alla produzione di pasta fresca all’uovo.

La pasta diventò una pietanza di massa nel 1600, quando una carestia mise in ginocchio il Regno di Napoli.

La popolazione era ridotta alla fame e si rivolse alla pasta, resa più economica da una rivoluzione tecnologica che i produttori misero in atto proprio in quel periodo; furono inventati, appunto, la gramola, il torchio e la trafila.

Due parole su come si produce la pasta secca

Il grano dopo essere stato raccolto e selezionato, viene macinato. Per la produzione della pasta è utilizzato soltanto il grano duro. La semola di grano duro viene impastata con acqua purissima. In questo modo l’amido e le proteine si legano all’acqua ed inizia a formarsi il glutine.

La pasta è un alimento ottenuto esclusivamente dalla lavorazione della semola di grano duro ed acqua, non contiene sale né conservanti e neppure coloranti.

L’impasto contiene però troppa acqua, circa il 30% del suo peso, perciò dopo la preparazione, serve il delicato processo dell’essiccazione.

La pasta viene ventilata più volte con aria calda ed infine raffreddata gradualmente.

Le proprietà benefiche della pasta

Non sottovalutiamo i valori nutrizionali della pasta pensando soltanto che faccia ingrassare. Contrariamente a quello che si crede la pasta può essere un ottimo alleato della dieta perché possiede un grande potere saziante, che quindi ci spinge a mangiare meno.

Inoltre la pasta ci mette di buonumore, non solo perché è appetitosa, ma perché è ricca di vitamine del gruppo B. La vitamina B1, in particolare, sappiamo essere fondamentale per il corretto funzionamento del sistema nervoso.

L’amido della pasta, poi, libera il glucosio che favorisce la sintesi della serotonina, il neurotrasmettitore del buonumore.

La pasta ci può aiutare ad affrontare gli sforzi più intensi sia mentali che fisici; essendo, infatti, facilmente digeribile, riesce a fornirci energia da spendere immediatamente.

Da non sottovalutare il basso indice glicemico della pasta rispetto agli altri carboidrati; questo la rende amica del nostro cuore.

La pasta integrale

La parola “integrale” indica che la semola adoperata non è stata sottoposta al processo di raffinazione, che si esegue invece per la produzione della farina bianca.

Quindi nella farina integrale tutte le componenti del chicco vengono conservate. Sono mantenute la crusca (legata al rivestimento esterno del chicco), l’endosperma e il germe.

Per effetto del minor grado di raffinazione, la pasta integrale presenta valori nutrizionali più elevati.

Apporta una maggiore quantità di proteine e di grassi oltre che di fibra, proprio per la presenza del germe, della crusca e degli altri componenti del chicco. La crusca apporta le vitamine del gruppo B, zinco ,rame, ferro e magnesio, fibre e sostanze antiossidanti. Il germe contiene acidi grassi polinsaturi, vitamine del gruppo B, la vitamina E ed antiossidanti.

Il livello dei carboidrati della farina integrale risulta più basso rispetto a quello della farina raffinata, elemento che rende la pasta integrale più adatta per chi deve perdere peso.

Integrale o normale?

Indubbiamente dal punto di vista nutrizionale la scelta ricade sulla pasta integrale in virtù del minore apporto calorico, per i benefici sull’intestino, per il miglior potere saziante e per la ricchezza in nutrienti.

Inoltre, il suo contenuto di fibre aiuta a tenere sotto controllo l’assorbimento degli zuccheri e dei grassi provenienti dagli altri alimenti.

Come tutti gli alimenti anche la pasta integrale ha delle controindicazioni. Ad esempio questo tipo di pasta non è molto consigliata a coloro che soffrono di colon irritabile, perché un aumentato apporto di fibre può causare fastidi intestinali.

Fonti:

www.lacucinaitaliana.it/news/in-primo-piano/pasta-storia/

www.lucanellapasta.com/il-processo-produttivo-pasta-fresca-pasta-secca/

Laureata in Lettere
Laureata in Lettere, freelance

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