Da molto tempo ormai la scienza sa che il microbioma regola il sistema immunitario. Ora però si sono inseriti nuovi tasselli che fanno luce sui meccanismi attraverso cui il microbioma regola il sistema immunitario.
Un gruppo di ricercatori della Brown University ha scoperto che nei topi il microbioma intestinale agisce sul sistema immunitario in modo tale da non essere attaccato e tutto questo lo fa regolando livelli di vitamina A. Una sorta di spirito di sopravvivenza ha portato il nostro microbioma a sviluppare dei meccanismi che poi sono vitali anche per noi.
L’importanza della scoperta
Questa intuizione potrebbe rivelarsi importante per la comprensione e il trattamento delle malattie autoimmuni e infiammatorie poiché molte di queste malattie sono attribuite ad una maggiore risposta immunitaria o attivazione immunitaria. Ora che si è trovato un nuovo modo con cui i batteri nel nostro intestino possono smorzare la risposta immunitaria si può sperare di trovare in un futuro nuove strategie terapeutiche.
Microbioma e salute
I ricercatori spiegano che comprendere come i batteri regolano le risposte del sistema immunitario potrebbe essere importante via per trovare nuove cure a problemi come il morbo di Crohn.
I dati di studi clinici hanno dimostrato che l’infiammazione nell’intestino è il risultato della perdita di equilibrio nelle interazioni tra noi e la nostra flora intestinale. Come spiegano gli autori dello studio “Il ruolo della vitamina A nell’infiammazione dipende dal contesto in cui si trova ed è molto difficile separare le varie componenti del sistema. Un cambiamento nello stato di vitamina A coincide con le malattie infiammatorie dell’intestino, ma non sappiamo ancora se questo promuova l’infiammazione o no“.
Questi risultati potrebbero anche fornire indizi sull’importanza del microbioma nell’affrontare la carenza di vitamina A, un problema che è particolarmente diffuso in Africa e nel Sud-Est asiatico.
Negli ultimi 25 anni l’OMS ha sostenuto progetti in Africa mirati a fornire integrazione di vitamina A ai bambini. I risultati non sono stati entusiasmanti ma forse perché, come dimostrano questi studi, non solo serve la vitamina A ma servono anche i batteri buoni in grado di lavorarla e farla assorbire.