Negli ultimi dieci anni, la connessione tra obesità, diabete di tipo 2 e il microbioma dell’intestino è diventata il centro delle principali ricerche biomediche e, recenti studi, dimostrano il ruolo fondamentale del microbioma intestinale nel regolamento e nella patogenesi dei disturbi metabolici.
Il microbioma dell’intestino umano
L’intestino umano è popolato da ben 100 trilioni di cellule tra cui batteri, funghi, virus e altre specie microbiche e eucariotiche . Queste comunità complesse e molto diverse tra loro determinano un’ampia capacità enzimatica e quindi svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione della fisiologia umana. È ben accertato che ci siano cinque specie batteriche dominanti del microbioma dell’intestino umano: Firmicutes, Bacteroidetes, Actinobacteria, Proteobacteria e Verrucomicrobia. Inoltre, il microbioma intestinale è indispensabile per la fermentazione dei carboidrati e l’assorbimento dei nutrienti, la protezione dei batteri patogeni e la regolazione dei disturbi metabolici.
L’obesità
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2014, più di 1,9 miliardi di adulti erano in sovrappeso, con oltre 600 milioni di adulti classificati come obesi. L’obesità si traduce in uno squilibrio energetico ed è associato ad altre complicazioni metaboliche come il diabete di tipo 2. Il rapporto tra microbiota intestinale e malattie metaboliche è stato segnalato per la prima volta dal laboratorio di Jeffrey Gordon presso l’Università di Washington. In particolare, il laboratorio Gordon ha dimostrato che i topi leptindeficient, famosi per l’eccesso di appetito e con una predisposizione all’obesità, contenevano meno Bacteroidetes e più Firmicutes rispetto ai topi di controllo. Questo studio ha fornito la prima prova diretta delle differenze nelle comunità microbiche di animali vivi sani vs obesi. A sostegno di questa constatazione, un ulteriore studio di Gordon ha osservato meno Bacteroidetes e più Firmicutes nei soggetti umani obesi rispetto ai soggetti magri. Inoltre, la percentuale di Bacteroidetes aumenta con una dieta che imita i grassi o i carboidrati e la perdita di peso successiva.
La dieta: aiuta a formare il microbiota intestinale
La dieta è un fattore importante nell’obesità, e aiuta anche a formare il microbiota intestinale. Gli studi umani dell’ultimo decennio hanno rivelato che il microbiota intestinale risponde rapidamente a grandi cambiamenti nella dieta. Ricerche approfondite hanno dimostrato che il microbiota intestinale di una popolazione rurale tradizionale ( con una dieta ad alto contenuto di fibra e a basso contenuto di grassi) è più diversificato e contiene ceppi distinti rispetto al microbiota delle popolazioni occidentali (la cui dieta è spesso a basso contenuto di fibre e ad alto contenuto di grassi) .
La conservazione della diversità microbica, con una dieta a bassa percentuale di grassi, permette di massimizzare l’assunzione di energia dalla fibra e di proteggersi da infiammazioni e da malattie coloniche non infettive.
Lo studio
Anche diversi studi di metagenomica indicano che i migliori risultati delle malattie metaboliche sono associati ad una maggiore diversità microbica . Ad esempio, un gruppo di ricercatori ha sequenziato i microbiomi di 169 obesi e 123 soggetti non obesi e ha osservato che gli individui si sono divisi in due gruppi: uno con una bassa quantità di diversità microbica e un altro gruppo con elevata diversità. Coloro che hanno meno specie hanno la tendenza ad avere un’adiposità più marcata, resistenza all’insulina e dislipidemia rispetto agli individui che hanno un microbioma intestinali più vario. Inoltre, gli individui obesi con diversità batterica inferiore hanno mostrato un aumento di peso nel tempo. Questi dati implicano che la manipolazione della diversità microbica nell’intestino potrebbe essere un promettente viale per amalgamare i disturbi metabolici. Interazioni tra il microbiota intestinale e il metabolismo dell’ospite. Il microbiota intestinale può essere influenzato da un certo numero di fattori esterni, incluso “l’habitat dell’ospite”, il tipo di dieta e trattamenti medici.
Il consiglio
Lo squilibrio del microbiota intestinale può quindi portare a gravi disturbi: diventa allora indispensabile prendersene cura preventivamente con l’assunzione regolare di prebiotici e probiotici.
Fonte:
The gut microbiota: a key regulator of metabolic diseases