L’intestino è il nostro secondo cervello.
Quante volte abbiamo sentito dire : “ha agito di pancia!”
Prendere una decisione e agire appartiene alla sfera del razionale, quindi del cervello, l’espressione “agire di pancia” invece evoca la sfera dell’istinto, dell’emotività. Sembra che le due cose siano in antitesi ma in realtà non è così, perché intestino e cervello parlano la stessa lingua.
I due organi comunicano attraverso il nervo vago, che si avvale di alcuni neurotrasmettitori quali la serotonina. La comunicazione avviene a doppio senso, da un lato l’intestino comunica al cervello ad esempio il senso di sazietà, così il cervello comunica all’intestino che si comporterà di conseguenza ad esempio provocando nausea o indebolimento della risposta immunitaria intestinale in un particolare momento di stress.
L’uomo e il microbiota
Il microbiota intestinale rappresenta l’ecosistema più complesso esistente in natura. È la popolazione di microrganismi che popolano il nostro intestino.
I più conosciuti sono i batteri che compongono la cosiddetta flora intestinale, ma si trovano anche lieviti e virus.
È composto da un numero di batteri pari quasi a tre volte il totale delle cellule dell’intero corpo umano e da almeno quattro milioni di tipi diversi di batteri, che vivono in stretto contatto “mutualistico” con la mucosa intestinale.
L’uomo ed il microbiota intestinale vivono in simbiosi, entrambi traggono vantaggio dalla loro convivenza in una relazione in cui vige un equilibrio, per questo i batteri della flora intestinale sono detti simbionti.
Ruolo del microbiota
I batteri che popolano il nostro intestino hanno varie funzioni:
- Trasformano le fibre alimentari che gli enzimi digestivi non sono in grado di scomporre, ma che sono facilmente disgregate dai batteri;
- Sviluppano sostanze dalla digestione delle fibre, in grado di condizionare lo stato infiammatorio intestinale. Ne consegue che, dallo stato di salute del microbiota, dipende lo stato di salute del nostro intestino;
- Partecipano alla produzione di vitamine, ad esempio la vitamina K, in forma K2, poiché la K1 si assume col cibo, in particolare attraverso le verdure;
- Rilasciano sostanze che intervengono nei movimenti peristaltici intestinali;
- Svolgono una funzione protettiva della mucosa intestinale;
- Hanno un ruolo importante anche nella regolazione del sistema immunitario.
Composizione del microbiota
Il 30% dei batteri presenti nel microbiota sono diversi da individuo a individuo in base a vari fattori:
- Alimentazione;
- Trattamenti farmacologici;
- Patologie o infezioni;
- Ambiente in cui si vive.
Il microbiota è composto da centinaia di specie, ma si possono classificare, secondo il loro ruolo nei processi digestivi, in due gruppi generali:
- Batteri fermentativi che sono l’80% del totale e comprendono Lactobacilli e Bifidobatteri.
Tali batteri digeriscono le fibre attraverso un processo di fermentazione che porta alla produzione di acidi grassi a catena corta, i quali contribuiscono a ridurre il rischio di cancro, aumentano i movimenti peristaltici intestinali e favoriscono l’eliminazione di sostanze potenzialmente tossiche.
- Batteri putrefattivi che sono il restante 20% e comprendono Escherichia Coli, Bacteroides, Eubacteria, Clostridium. Questi batteri degradano le proteine dei cibi producendo sostanze come ammoniaca, indolo, scatolo, idrogeno solforato. Sostanze che in alte concentrazioni sono infiammatorie e cancerogene.
Flora batterica e prebiotici
Non si devono confondere probiotici con i prebiotici, i primi sono il microbiota, mentre i secondi sono il nutrimento del microbiota e ne favoriscono la crescita, lo sviluppo e l’attività.
I prebiotici sono sostanze alimentari non digeribili, più semplicemente fibre idrosolubili non gelificanti come Fos (Oligofruttosaccaridi) e carboidrati non digeribili, come i Fos (Frutto e Galatto Oligosaccaridi).
Fos
Non tutte le fibre sono prebiotiche, ma solo quelle solubili:
- Inulina – presente nelle cipolle, banane, aglio, asparagi, carciofi, topinambur, segale e frumento è la principale fonte di Fos;
- Amido resistente – si forma quando si cuociono e si lasciano raffreddare cibi ricchi di amidi come il riso.
Caratteristiche dei prebiotici e dei FOS
- non vengono assorbiti, né idrolizzati nel primo tratto del tubo digerente;
- stimolano selettivamente la crescita e/o l’attività di un limitato numero di batteri nel colon;
- modificano positivamente il rapporto tra microorganismi simbionti (“amici“) e patogeni;
- inducono effetti luminali o sistemici positivi per la salute umana.
I FOS vengono impiegati:
- Come regolarizzatori intestinali, sia per l’azione formante massa, sia per l’attività sul microbiota;
- Come supporto digestivo in caso di dispepsia;
- Come integratori utili in corso di dismetabolismi quali ipertrigliceridemia e ipercolesterolemia;
- Come rimedi utili a ricostruire una flora intestinale adeguata, dopo terapia antibiotica;
- Come integratori utili nel riequilibrare l’assorbimento di minerali, quali calcio e magnesio.
I cibi di origine animale come carne, pesce, latte, latticini e uova non contengono fibre per cui, non solo non promuovono lo sviluppo di batteri simbionti, ma stimolano la crescita e lo sviluppo di batteri putrefattivi, potenzialmente patogeni.
I cibi vegetali offrono nutrimento ai cosiddetti batteri “buoni” fermentativi, dai quali dipende la salute del nostro intestino e di conseguenza di tutto l’organismo.
Microbiota e sistema immunitario
La mucosa intestinale è la più ampia superficie a contatto con microbi, virus e antigeni e la flora intestinale ha un’interazione diretta con tale mucosa e tutti i suoi eventuali “ospiti”.
È ampiamente dimostrato che negli organismi senza un contatto con il microbiota il sistema immunitario abbia uno sviluppo anomalo.
Infatti negli animali che non sono venuti a contatto con un normale microbiota, si è visto uno sviluppo alterato delle placche di Peyer, che sono gli organi del sistema immunitario localizzati sulla parete intestinale, degli anticorpi IgA, ma anche dei linfonodi e della milza.
Risultano alterati anche produzione e attività delle citochine, messaggeri che inducono una comunicazione fra le cellule del sistema immunitario.
L’interazione tra microbiota e sistema immunitario ha un ruolo preciso che è quello di addestrare e poi tenere pronte e allenate le componenti di quest’ultimo.
Grazie al continuo contatto con gli elementi del microbiota, con le molecole che essi producono, con le sostanze che elaborano a partire dai nutrienti degli alimenti che vengono digeriti, il sistema immunitario si abitua a soddisfare due esigenze apparentemente contrastanti:
- difendere l’organismo dalle vere minacce, compresa una crescita anomala del microbiota stesso
- “tollerare” microbi e molecole che non presentano caratteristiche “a rischio” di provocare danni all’organismo.
Uno dei meccanismi impiegati per controllare lo sviluppo delle colonie batteriche, è la produzione di IgA secretorie, che rivestono il microbiota e permettono di controllarne lo sviluppo, evitando che il numero dei batteri diventi eccessivo e che una popolazione prevalga sull’altra, alterando l’equilibrio della flora intestinale.
Conclusione
Dallo stato di salute del microbiota intestinale dipende lo stato di salute dell’intestino stesso e di tutto l’organismo, infatti l’intestino è definito come il nostro secondo cervello. Per questo è importante che sia mantenuto in equilibrio questo ecosistema così complesso .
Le fibre hanno un ruolo chiave in tutto questo in quanto contribuiscono alla crescita e allo sviluppo del microbiota, affinché possa svolgere le sue importanti funzioni per la nostra salute.
Fonti:
https://microbioma.it/tag/prebiotici/
http://www.ilasl.org/index.php/Incontri/article/view/626/613
www.fondazioneserono.org/stili-di-vita/microbiota/microbiota-e-sistema-immunitario/
https://guna.com/it/guna-lifestyle/lasse-intestino-cervello-perche-e-importante/