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Quando il cibo diventa un pericolo per la salute

Necessità di correre in bagno ogni 10 minuti, spesso con vomito e sensazione che lo stomaco stia facendo le capriole. 

Una situazione sperimentata da molti che può essere dovuta al consumo di un cibo alterato o a infezioni dell’apparato gastrointestinale, come ad esempio malattie virali, non dovute ad alimenti contaminati. 

«La sintomatologia può risultare simile tra queste due condizioni che hanno cause differenti», spiega la dottoressa Francesca Assisi, tossicologa. «La relazione temporale con l’assunzione di un cibo e la presenza di una stessa sintomatologia nei familiari o nelle persone con cui si è pranzato o cenato insieme può fare sospettare una origine alimentare dei disturbi». 

Un fenomeno non così raro che può anche essere pericoloso. Nel 2020, infatti, secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità, nel nostro paese, si sono registrati 550 casi di malattie a trasmissione alimentare, causa di 101 ricoveri ospedalieri e 7 decessi.

Le problematiche che possono derivare dal consumo di cibi contaminati

«La presenza di microrganismi o sostanze tossiche in un alimento – chiarisce la dottoressa Assisi – può determinare tre tipologie di malattia alimentare:

  • Infezione: dovuta al consumo di alimenti contenenti microrganismi vivi che si moltiplicano nell’intestino determinando danni all’organismo;
  • Intossicazione: provocata dall’ingestione di alimenti contenenti tossine prodotte da microrganismi che si sono moltiplicati nell’alimento prima del suo consumo. In questo caso affinché si verifichi l’intossicazione deve essere presente la tossina, ma può mancare il microrganismo. Oltre alle tossine di origine microbiologica, possono causare contaminazioni del cibo anche sostanze chimiche ad azione velenosa, come ad esempio i pesticidi utilizzati in agricoltura o categorie di alimenti naturalmente tossici, come ad esempio i funghi velenosi;
  • Tossinfezione: legata al consumo alimenti in cui sono presenti sia microrganismi vivi sia tossine prodotte dai microrganismi» dice Assisi.

Come avviene la contaminazione degli alimenti

La contaminazione dei cibi può avvenire in molti modi. Alcuni microrganismi possono essere già presenti nell’alimento all’origine, ad esempio nelle carni o nei prodotti di animali infetti o malati, sui vegetali irrigati con acque contaminate o che vengono a contatto con terreno contaminato.

Le infezioni possono essere trasmesse al cibo nelle varie fasi della preparazione a causa della manipolazione da parte di operatori che non seguano scrupolose regole di igiene o che siano portatori dei microrganismi nelle vie aeree o sulla pelle o ancora nell’intestino.

Anche l’uso di acqua non potabile o contaminata, il contatto dell’alimento con superfici di lavoro, utensili da cucina e contenitori non puliti, l’utilizzo di ingredienti inquinati, il contatto dell’alimento con altri cibi contaminati, la scorretta conservazione o l’esposizione dell’alimento, dopo la preparazione, a insetti, roditori o altri animali sono possibili vie di contaminazione del cibo. 

Il consumo di carni crude o non adeguatamente cotte (suine, bovine, ovine o di pollame), di uova, di verdure o latte e derivati non pastorizzati insieme all’acqua contaminata o alla scorretta preparazione di conserve casalinghe sono le fonti principali della trasmissione di infezioni, intossicazioni e tossinfezioni alimentari.   

Un problema non trascurabile. «Le mense, i ristoranti, i supermercati possono favorire la diffusione di eventuali agenti patogeni a intere comunità, con notevole rilevanza dal punto di vista sanitario sia per la gestione medica sia per arginare nel più breve tempo possibile eventuali epidemie», sottolinea la specialista.

I responsabili delle malattie alimentari e i sintomi

I microrganismi che possono contaminare i cibi direttamente e/o tramite produzione di tossine sono molti e appartengono al mondo dei batteri, dei virus, dei parassiti e dei funghi.

Le tossinfezioni alimentari più frequenti nel nostro Paese sono le tossinfezioni da Salmonelle, da Clostridium perfrigens, da Bacillus cereus, da Shigella, da Escherichia coli, da Campylobacter e virus come il Rotavirus, i Norovirus o il virus dell’epatite A. 

Le intossicazioni alimentari più frequenti sono il botulismo e le intossicazioni da Stafilococco aureo. In Paesi in via di sviluppo sono frequenti anche altre forme di malattie di origine alimentare come le parassitosi intestinali (giardiasi, amebiasi, criptosporidiosi)

I sintomi più comuni provocati dall’ingestione di cibo contaminato iniziano da poche ore fino a uno o due giorni dopo avere mangiato l’alimento alterato, ma a volte possono anche trascorrere diversi giorni o qualche settimana. I sintomi principali sono rappresentati da:

  • nausea;
  • vomito;
  • diarrea (anche con sangue o muco);
  • crampi allo stomaco e dolore addominale;
  • debolezza;
  • perdita di appetito;
  • brividi;
  • febbre;
  • dolori muscolari.

Quando richiedere l’aiuto di un medico

«L’evoluzione dei problemi dovuti a consumo di cibi alterati è di solito benigna, ma è condizionata dall’agente patogeno e dalle condizioni generali della persona», chiarisce la dottoressa. «in un soggetto anziano o con un sistema immunitario meno efficiente è maggiore la possibilità di gravi complicazioni, soprattutto se la diagnosi ed il trattamento adeguato sono effettuati tardivamente».

Una misura importante da adottare è quella di evitare la disidratazione bevendo molta acqua integrando in questo modo i liquidi persi attraverso il vomito e la diarrea. Possono essere utili anche delle bevande ad alto contenuto di Sali minerali. Inoltre, occorre riposarsi il più possibile, mangiare, se possibile, limitandosi a cibi leggeri, evitare alcol, caffeina, bevande gassate, cibi piccanti e grassi.

E’ opportuno richiedere l’intervento medico in presenza di:

  • febbre, oltre 38.5°C (misurata con termometro);
  • vomito, che perdura e non consente l’assunzione di liquidi;
  • diarrea, che non migliora dopo tre giorni;
  • segnali di grave disidratazione, come confusione, battito cardiaco accelerato, occhi infossati e urina scura, ridotta o assente;
  • disturbi neurologici, come mal di testa, rigidità cervicale, confusione, perdita dell’equilibrio e vertigini, visione offuscata o doppia, convulsioni e forti dolori muscolari.

Fonti:

Assisi F. Le intossicazioni alimentari da tossine naturali: guida al riconoscimento e alla prevenzione. Ministero della Salute https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2537_allegato.pdf

European Food Safety Authority. European Centre for Disease Prevention and Control. The European Union One Health 2020 Zoonoses Report. https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.2903/j.efsa.2021.6971

Istituto Superiore di Sanità. Infezione alimentare/tossinfezione alimentare. https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/i/infezione-alimentare-tossinfezione-alimentare

Istituto Superiore di Sanità. Tossinfezioni alimentari: informazioni generali https://www.epicentro.iss.it/tossinfezioni/

Giornalista professionista e medico, da oltre 30 anni impegnato nella divulgazione scientifica e nell'aggiornamento e formazione dei medici di medicina generale e specialisti

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