Gli scienziati dell’Università di Birmingham hanno scoperto un clone di E. coli soprannominato superbatterio che si è evoluto in modo da impedire a se stesso di diventare così dominante da poter eliminare tutti gli altri batteri.
I ricercatori hanno studiato come e perché un clone di E. coli, soprannominato superbatterio perché resistente a più farmaci, sia diventato farmaco-resistente, ma non così dominante da distruggere altri batteri che invece possono essere debellati dai farmaci.
L’Escherichia coli
Escherichia coli (E. coli) è un batterio comune nell’intestino umano e fa parte della normale flora intestinale.
Esistono diversi tipi di E. coli e, mentre la maggior parte è innocua, alcuni possono causare gravi disturbi o infezioni. Il numero di infezioni da E. coli è aumentato del 27% da 32.309 casi nel 2012-13 a 41.060 nel 2017-18. L’aumento è stato collegato a un aumento di infezioni resistenti agli antibiotici causate dai cosiddetti “superbatteri”.
Il dott. Alan McNally, dell’Istituto di microbiologia dell’Università di Birmingham, ha dichiarato che il clone di E. coli più presente a livello mondiale e resistente a più farmaci è chiamato ST131 e nonostante si sia diffuso rapidamente alla fine degli anni ’90 ha causato non più del 20% dei casi clinici. La ricerca del dott. Alan McNally ha dimostrato che questo è dovuto a un tipo di selezione evolutiva chiamata selezione della dipendenza da frequenza negativa (NFDS).
Il Dott. McNally continua dicendo che non c’è alcun beneficio per un batterio di E. coli essere l’unico presente nella flora intestinale, perché se questo dovesse accadere E.coli scomparirebbe del tutto. Il processo chiamato NFDS controlla l’equilibrio tra l’intera popolazione di E. coli.
Il professor Jukka Corander, del Wellcome Sanger Institute di Cambridge, l’Università di Oslo in Norvegia e l’Università di Helsinki in Finlandia, hanno dichiarato che nell’ambito della ricerca gli scienziati hanno anche analizzato quasi 1.000 sequenze genomiche di ceppi all’interno di ST131 per cercare un qualsiasi modello genetico che possa spiegare come avviene questo processo.
Il ricercatore conclude affermando che se riuscissero a capire perchè un E. coli farmaco-resistete compete con l’E. coli sano e residente nell’intestino, potrebbero trovare il modo per evitare che ciò accada, e questo deve essere al centro di ulteriori ricerche.
La ricerca, pubblicata su mBio, è stata realizzata in collaborazione con la British Society of Antimicrobial Chemotherapy, il Wellcome Trust Sanger Institute, la London School of Hygiene e Tropical Medicine e l’Imperial College London.
Fonti:
https://www.birmingham.ac.uk/news/latest/2019/04/scientists-clones-bacteria-antibiotics-gut.aspx