Decaffeinato, istantaneo, espresso o filtrato. Consumare caffè potrebbe proteggere dal rischio di tumori del colon-retto.
Ecco ciò che è emerso dallo studio realizzato da un team di ricercatori statunitense-israeliano del Clalit Health Services National Cancer Control Center di Haifa (Israele) e della University of Southern California di Los Angeles (USA).
Lo studio: il consumo di caffè e il tumore al colon-retto
La ricerca, pubblicata sulla rivista Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention, confronta le abitudini riguardanti il consumo del caffè per oltre 9.000 persone, ottenendo una misura di quanto questo possa essere associato o meno alla comparsa di tumore al colon o al retto.
Il campione è stato di 9.000 persone circa, uomini e donne israeliani di età media compresa tra i 68 e i 70 anni, che sono stati suddivisi in due gruppi: da una parte poco più di 5.000 soggetti con una diagnosi di tumore al colon-retto (i casi) e dall’altra circa 4.000 non affetti da alcun tumore all’apparato digerente (i controlli). Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a un’intervista per valutare il loro consumo di caffè nell’anno precedente.
I risultati, fino al 54% di rischio in meno bevendo oltre 2 caffè al giorno
I risultati mostrano che chi ne beve tra una e due tazzine giornaliere ha il 26% di probabilità in meno di sviluppare un cancro nell’area del colon o del retto, rispetto a chi non lo fa.
Aumentando il consumo a più di due al giorno, il divario si allarga ulteriormente, raggiungendo il 54% di probabilità in meno di rischio. Questi dati riguardano tutte le tipologie di caffè: espresso, istantaneo, decaffeinato e filtrato.
Nel futuro: approfondimenti sulle sostanze coinvolte
È ancora presto per indicare il caffè come misura preventiva contro i tumori del colon-retto. Ulteriori studi sono necessari, in particolare per chiarire come si svolga la sua azione protettiva.
I ricercatori ipotizzano che siano diverse le sostanze coinvolte, ognuna delle quali agirebbe con uno specifico meccanismo. Prima fra tutte la caffeina, che in studi precedenti ha mostrato un ruolo contro la crescita di tumori del colon, mentre l’acido clorogenico e i polifenoli, dotati di attività antiossidante e antiproliferativa, proteggono contro l’insorgenza di tumori.
Altro esempio sono le melanoidine, sostanze che contribuiscono al colore scuro del caffè, che migliorano la motilità del colon, agendo in modo simile alle fibre vegetali e contribuendo a mantenere questo organo in salute.
Non abusare di caffè
Se da un lato è stata osservata un’azione di protezione contro alcune patologie, dall’altro un consumo eccessivo di caffè può rivelarsi dannoso. Berne troppo, infatti, può causare disturbi del sonno, ansia e cambi del comportamento. A lungo termine, inoltre, abbondanti dosi di caffeina possono esporre al rischio di patologie cardiovascolari e, per le donne in gravidanza, problemi di sviluppo del feto.
L’EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) fissa a circa 400 mg la dose massima di caffeina giornaliera da non superare. Questo si traduce in circa quattro caffè al giorno. Per le donne incinte, invece, non bisogna superare le due tazzine giornaliere (circa 200 mg).
La caffeina è presente solo nel caffè?
Il caffè non è il solo alimento che contiene caffeina. Si trova infatti anche nel cioccolato, té e bevande energetiche.
Rimane il caffè, in ogni caso, la principale fonte di caffeina nella nostra dieta.