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Batteri intestinali: una difesa contro la listeriosi

Batteri intestinali: una difesa contro la listeriosi

È stato scoperto che i batteri che vivono nell’intestino forniscono una prima linea di difesa contro le infezioni gravi di listeriosi.

Lo studio, effettuato dai ricercatori del Memorial Cancer Center di Sloan Kettering di New York, è pubblicato su The Journal of Experimental Medicine.

Il risultato suggerisce che fornire questi batteri intestinali in forma di probiotici potrebbe proteggere individui che sono particolarmente sensibili alla listeriosi, comprese le donne in gravidanza e i pazienti affetti da tumore in cura con chemioterapia.

Cos’è la listeriosi?

La listeriosi è una grave infezione causata dall’ingestione di alimenti contaminati dal batterio Listeria monocytogenes. L’incidenza è bassa, tuttavia la patologia colpisce soprattutto i neonati, le donne in gravidanza ed i pazienti affetti da tumore: in questi casi infatti il batterio può uscire dal tratto gastrointestinale e diffondersi in tutto il corpo causando setticemia, meningite e, in molti casi, morte.

I pazienti con alcune forme di cancro hanno una probabilità 1.000 volte più elevata di sviluppare la listeriosi, probabilmente perché le sostanze chemioterapiche possono sopprimere il sistema immunitario del paziente.

L’ipotesi: il microbioma intestinale può limitare l’infezione?

Un team di ricercatori guidato da Simone Becattini e Eric G. Pamer si è chiesto se il microbioma intestinale, ossia la comunità di batteri che naturalmente vive nel tratto gastrointestinale, potesse anche svolgere un ruolo nella limitazione dell’infezione da L. monocytogenes.

Lo studio

I ricercatori hanno scoperto che la disfunzione del microbioma con antibiotici ha reso i topi da laboratorio più suscettibili all’infezione da L. monocytogenes, aumentando la capacità del patogeno di colonizzare il tratto gastrointestinale e diffondersi nel sistema circolatorio per causare la loro morte. L’effetto degli antibiotici era ancora più evidente nei topi immunocompromessi che non disponevano di cellule immunitarie chiave.

La scoperta

I ricercatori hanno identificato quattro specie di batteri intestinali, tutti membri dell’ordine Clostridia,  che insieme sono stati in grado di limitare la crescita di L. monocytogenes nelle colture di laboratorio. Il trasferimento di questi batteri probiotici ha protetto i roditori dall’infezione di listeriosi limitandone la capacità di colonizzare del tratto gastrointestinale e diffondersi in altri tessuti.

Le considerazioni e conclusioni

“Introdurre queste specie batteriche protettive in pazienti con tumore potrebbe rappresentare un nuovo approccio clinico per prevenire l’infezione da L. monocytogenes”, dice Becattini.

“I nostri risultati aumentano anche la possibilità che  le interruzioni del microbioma intestinale possano essere un fattore alla suscettibilità nelle altre categorie a rischio di listeriosi, come neonati o donne in gravidanza,” continua Becattini. E aggiunge: “Le donne in gravidanza nel terzo trimestre infatti, la fase in cui la suscettibilità a listeriosi è nota per essere più alta, mostrano un alterato microbioma, con una marcata riduzione delle specie Clostridiales”.

Fonte:

http://jem.rupress.org/content/early/2017/06/05/jem.20170495

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