Vedi passare un cameriere con una pizza calda davanti a te, avresti già finito di mangiare ma il profumo è delizioso, non sei ancora pieno fino in fondo. Ti allunghi e chiami il cameriere per ordinare anche tu una pizza. Questo comportamento è tutt’altro che banale: per quanto gli scienziati possano dire, si tratta di una complessa confluenza di circostanze, geni e caratteristiche della personalità.
E’ l’ultima novità proposta dalla ricerca è il microbioma intestinale, ossia la comunità di microrganismi, inclusi batteri, archaea, funghi e virus, che sono presenti a tempo pieno del tratto digestivo intestinale.
Quando è la flora intestinale a pensare per te
Secondo gli scienziati è del tutto plausibile che il microbioma intestinale possa influenzare il comportamento. Da tempo è stato identificato l’ormai noto asse di comunicazione “cervello-intestino” che corre in entrambe le direzioni. Ecco quindi come si possa ipotizzare che la vitalità e la composizione della flora intestinale possa interferire con i messaggi che l’intestino manda al cervello fino a modificare alcuni nostri comportamenti, soprattutto alimentari.
John Bienenstock, professore di patologia e medicina molecolare alla McMaster University (Canada), ha lavorato per diversi decenni sulla connessione del comportamento con il microbioma ed afferma che “ora ci sono molte prove negli animali, in particolare nei topi”.
Con il suo gruppo di ricerca ha dimostrato in lavori su topi come, eliminando o alterando alcuni elementi della flora intestinale, sia possibile modificare i loro comportamenti sociali o la loro capacità di risposta allo stress. “La difficoltà sta ora nel tradurre i dati degli animali nella situazione umana”, spiega Bienenstock
Come misurare e confrontare i comportamenti umani?
Non è un compito facile capire quali aspetti della ricerca sugli animali siano rilevanti per le persone nella vita di tutti i giorni. I comportamenti degli animali riguardano mondi molto diversi da quello che facciamo noi umani ogni giorno: dal lavarsi i denti alla navigazione in mare fino a tutta quella rete di situazioni sociali complesse in cui viviamo.
Elaine Hsiao, professore di biologia integrativa e presso l’Università di Los Angeles (UCLA), ha esaminato attentamente l’asse microbioma-intestino-cervello nei topi e ha studiato come tradurre i risultati in esseri umani. Afferma: “sia il microbioma che il comportamento variano in modo sostanziale [da persona a persona] e possono essere fortemente influenzati da fattori ambientali, il che rende difficile eseguire uno studio ben controllato sugli effetti del microbioma sul comportamento umano” e aggiunge, “I comportamenti umani sono molto complessi e le metriche utilizzate per quantificare il comportamento spesso non sono sufficientemente precise per ricavare interpretazioni chiare.” Ne deriva che ora la sfida non è solo capire cosa fanno effettivamente le persone, ma anche dare a quelle azioni dei codici numerici così da poter renderle confrontabili con le medesime azioni di altre persone.
Hsiao e colleghi stanno comunque iniziando a fare i primi collegamenti. Basandosi su alcune ricerche sugli animali, hanno pubblicato recentemente uno studio dove è stata trovata un’associazione a tre vie tra le molecole prodotte dai batteri intestinali (cioè i metaboliti indolici), la connessione delle diverse regioni cerebrali misurate attraverso la risonanza magnetica funzionale e le misure di comportamento attraverso questionari che valutano la dipendenza da cibo e l’ansia.
Nuovi studi confermano come sia possibile modificare certi aspetti del comportamento con i probiotici
Nel frattempo, altri studi hanno scoperto che potrebbe essere possibile modificare il comportamento di una persona attraverso i probiotici o gli antibiotici localizzati nell’intestino. Diversi probiotici mostrano anche la promessa di alterare il comportamento in condizioni cliniche gravi come ad esempio la depressione. Tuttavia, il modo in cui questi fenomeni si verificano è ancora sconosciuto e, nel complesso, gli scienziati non hanno prove concrete su come la flora intestinale controlli il comportamento.
Bienenstock si rende conto del “clamore” che questo particolare campo di studio può suscitare. Nonostante l’emergere decisamente lento dei dati che collegano il microbioma al comportamento umano, sono sempre più numerose le pubblicazioni su questo argomento, sia prettamente scientifiche che più divulgative.
Tra un po’ verrebbe quasi spontaneo dare la colpa al nostro microbioma per i comportamenti nei quali ci riconosciamo di meno come ad esempio ordinare una pizza anche se abbiamo appena finito di mangiare. Ma fino a quando le osservazioni scientifiche non daranno risultati più forti, non sarà assolutamente possibile affermare che certi nostri comportamenti sono determinati dalla flora intestinale.
Scegliere bene i probiotici da usare
Una cosa è certa però: l’intestino e la sua flora giocano un ruolo per la nostra salute molto più centrale di quanto non si pensasse in precedenza. Un’alimentazione sana ed un’integrazione con i corretti probiotici non può che essere la via migliore per stare in salute. Per saperne di più leggi il nostro articolo su come scegliere bene il probiotico da usare