I ricercatori dell’Università del Colorado Boulder hanno trovato un tipo di batterio “buono” che potrebbe proteggere il cervello dagli effetti dannosi dello stress.
Se confermati in studi clinici, i risultati potrebbero portare a trattamenti a base di probiotici contro lo stress, il disturbo da stress post-traumatico e l’ansia.
Il complesso legame tra cervello e intestino, gli studi
Al Medical News Today sono stati riportati alcuni studi illuminanti che esplorano il complesso legame tra il cervello e i nostri batteri intestinali.
Uno di questi ha ipotizzato che l’assenza di determinati batteri nel nostro intestino potrebbe alterare le aree del nostro cervello che sono coinvolte nell’ansia e nella depressione.
Un altro studio ha suggerito che i farmaci acidi dello stomaco possono indurre depressione distruggendo l’asse dell’intestino. Inoltre, i ricercatori hanno trovato un collegamento tra la salute dell’intestino e il disturbo da stress post-traumatico.
Intestino e benessere emotivo: una strada a doppio senso
L’associazione tra i nostri batteri intestinali e il nostro benessere emotivo è una strada a doppio senso.
Non solo l’assenza di alcuni microbi benefici porta a disturbi dell’umore, ma lo stress, in un recente studio, ha danneggiato la salute dell’intestino tanto quanto il cibo spazzatura.
Data questa conoscenza sul legame tra batteri intestinali e disturbi dell’umore, potrebbe esserci un modo per modificare i batteri nel nostro intestino al fine di proteggerci dallo stress?
Lo studio
I ricercatori dell’Università del Colorado Boulder sperano di sì. Uno studio recente condotto da Matthew Frank, ricercatore senior nel Dipartimento di Psicologia e Neuroscienze, ha scoperto un batterio benefico con proprietà antinfiammatorie che, secondo i ricercatori, potrebbero essere sfruttate per evitare lo stress.
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Brain, Behavior and Immunity.
Stress e infiammazione cerebrale
Frank afferma che esiste un legame tra l’infiammazione nel cervello e i disturbi dell’umore legati allo stress. “C’è una letteratura robusta che mostra che se si induce una risposta immunitaria infiammatoria nelle persone, si mostrano rapidamente segni di depressione e ansia”, spiega. “Pensiamo solo a come ci sentiamo con l’influenza.“
Inoltre alcuni studi hanno dimostrato come il trauma possa rendere certe aree del cervello più sensibili allo stress imminente, rendendole più propense a rispondere agli stress con l’infiammazione.
In uno studio precedente condotto da ricercatori della stessa università, i topi iniettati con un batterio chiamato Mycobacterium vaccae erano meno ansiosi di fronte a una situazione pericolosa e con minore probabilità di sviluppare infiammazione o colite.
Facendo seguito a questa precedente ricerca, Frank e il team si sono proposti di investigare più da vicino i precisi effetti neurologici di M. vaccae.
Il probiotico blocca gli effetti nocivi dello stress, i risultati
A tal fine, i ricercatori hanno iniettato il batterio nei roditori maschi tre volte, una volta alla settimana. Otto giorni dopo l’ultima iniezione, i ricercatori hanno rilevato un aumento dei livelli di una proteina anti-infiammatoria chiamata interleuchina-4 negli ippocampi dei roditori.
L’ippocampo, tra i suoi numerosi ruoli, regola le nostre risposte di ansia e paura.
Oltre ai più alti livelli della proteina anti-infiammatoria interleuchina-4, i ricercatori hanno anche trovato bassi livelli di una proteina “allarmina” o stress-indotta e livelli più alti di un recettore il cui ruolo principale è quello di preservare le proprietà anti-infiammatorie delle cellule immunitarie del cervello.
In breve, dice Frank, il team “ha scoperto che Mycobacterium vaccae ha bloccato quegli effetti sensibilizzanti dello […] stress creando un fenotipo resistente allo stress nel cervello.“
“Abbiamo trovato”, aggiunge, “che nei roditori questo particolare batterio, Mycobacterium vaccae, sposta effettivamente l’ambiente nel cervello verso uno stato anti-infiammatorio.”
“Se potessimo farlo nelle persone, potrebbe avere vaste implicazioni per un certo numero di malattie neuroinfiammatorie”.
Il legame tra i probiotici e i disturbi dell’umore
L’autore dello studio Christopher Lowry, professore associato di fisiologia integrativa, spiega come i risultati aiutino ad illuminare il legame tra probiotici e disturbi dell’umore.
“I probiotici hanno dimostrato avere forti effetti nei domini della funzione cognitiva, dell’ansia e della paura“, conclude Lowry.
Fonti:
https://www.nature.com/articles/s41598-017-11069-4
https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40168-017-0321-3
https://www.sciencedirect.com/topics/neuroscience/mycobacterium-vaccae