E’ stata scoperta una relazione tra la variazione genetica e il microbioma intestinale, questo potrebbe aiutare i nutrizionisti a personalizzare le loro raccomandazioni.
Secondo un nuovo studio della Cornell University, le persone con un’elevata quantità di un gene chiamato AMY1, che esprime un enzima salivare per la disgregazione dell’amido, hanno un determinato profilo di batteri intestinali e della bocca.
Una famiglia di batteri chiamata Ruminococcaceae prolifera nell’intestino quando è disponibile un enzima salivare chiamato amilasi. Questi batteri disgregano l’amido in modo che possa essere digerito, cosa che le amilasi non possono fare.
In epoca preistorica e in seguito, le persone con maggior quantità di questo gene potrebbero averne tratto beneficio quando le calorie erano scarse, come durante le stagioni fredde e le carestie, infatti la disgregazione dell’amido forniva un ulteriore nutrimento.
Lo ha spiegato Angela Poole, assistente professore nella divisione di Scienze della nutrizione, e autrice principale dello studio pubblicato sulla rivista Cell Host & Microbe.
Poole continua dicendo che i risultati suggeriscono la necessità di un’alimentazione personalizzata in cui i medici potrebbero prendere in considerazione la quantità del gene AMY1 di un paziente quando danno consigli dietetici.
Inoltre, quantità maggiori di AMY1 si correlavano anche con livelli più elevati di porfidoidi, i batteri della bocca associati alla parodontite , anche se è necessario uno studio più approfondito per distinguere tra causa o coincidenza.
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