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La forte relazione tra batteri intestinali e cervello

La forte relazione tra batteri intestinali e cervello

Sappiamo che i batteri che si trovano nell’intestino hanno effetti potenti sulla nostra salute. Alcuni di questi sembrano influenzare anche il cervello.  

L’ipotesi di partenza : nel nostro cervello ci sono i batteri?

È emerso che i batteri intestinali influenzino direttamente il cervello in quanto, da immagini al microscopio, sembra che penetrino e vadano ad “abitare” le cellule del cerebrali.

Ecco l’ipotesi avanzata dallo studio preliminare dell’Università dell’Alabama di Birmingham (UAB), presentata all’incontro annuale della  Society for Neuroscience,

La forte relazione tra batteri intestinali e cervello

La neuroanatomista Rosalinda Roberts suggerisce quindi una relazione inaspettatamente intima tra i microbi e il cervello.

Il suo laboratorio sta analizzando le differenze tra il cervello di persone sane e quelle affette da schizofrenia esaminando le parti di tessuto cerebrale, conservate nelle ore successive alla morte, di un campione di 34 cervelli.

Circa 5 anni fa, la neuroscienziata Courtney Walker, all’epoca studentessa universitaria nel laboratorio della Roberts, rimase affascinata dagli oggetti non identificati a forma di bastoncino che si presentavano in immagini dettagliate in alcune parti del cervello, catturate con un microscopio elettronico. La Roberts inizialmente non aveva dato importanza alla cosa.

Tuttavia la Walker insistette e la Roberts iniziò a consultare i colleghi dell’UAB per capire cosa fossero. Ed ecco l’inaspettata recente notizia: si tratta di batteri.

Il team ha trovato batteri in ogni cervello post-mortem sia nella metà “sana” che  nell’altra metà affetta da schizofrenia.

I batteri nel cervello: sono utili? Da dove arrivano?

Il cervello si trova in un ambiente protetto, parzialmente isolato grazie alle barriera emato-encefalica che lo protegge dagli invasori non desiderati. Tuttavia i batteri ed i virus che riescono a penetrare questa barriera potrebbero causare un’infiammazione pericolosa.

Ancora non si conosce se i batteri trovati siano utili o dannosi, né come abbiano fatto ad arrivare al cervello. Tuttavia il sequenziamento dell’RNA ha rivelato che la maggior parte dei batteri provenivano da tre tceppi che comunemente si trovano nell’intestino: Firmicutes, Proteobacteria e Bacteroidetes.

Non ci sono stati segni di infiammazione per suggerire che questi batteri abbiano causato danni, tuttavia bisogna ancora quantificarli e confrontare sistematicamente il cervello schizofrenico con quello sano.

Nel caso risultassero grosse differenze, la ricerca futura potrebbe esaminare come questo “microbioma cerebrale” potrebbe mantenere o minacciare la salute cerebrale.

Alcune ricerche hanno già suggerito che microbi che vivono nell’intestino possono influenzare l’umore, il comportamento e persino il rischio di malattie neurologiche, ma se ci fosse un vero e proprio microbioma nel nostro cervello? Quale sarebbe il suo ruolo? Tali quesiti rimangono ancora aperti.

“Questi risultati sono preliminari”, spiega Roberts che precisa: “Dovranno essere rivisti, replicati e pubblicati”.

Perché gli altri ricercatori non hanno visto i batteri nel cervello?

Una delle ragioni potrebbe essere che pochi ricercatori sottopongono il cervello post mortem alla microscopia elettronica, afferma Roberts. “Accoppiare un neuroanatomista con una collezione di cervelli non avviene molto spesso“. E i neuroscienziati possono – come è successo fino a poco tempo fa – ignorare o non riconoscere i batteri nei loro campioni.

Le considerazioni finali e nel futuro

“C’è molto da indagare”, afferma Teodor Postolache, psichiatra dell’Università del Maryland a Baltimora. “Non sono molto sorpreso che dei batteri possano vivere nel cervello, ma ovviamente, se l’ipotesi verrà confermata, sarà rivoluzionaria“, dice.

Se questi comuni batteri intestinali sono una presenza regolare e benigna all’interno e attorno alle cellule cerebrali, dice, potrebbero giocare un ruolo chiave nella regolazione dell’attività immunitaria del cervello. È  lunga la strada per dimostrarlo”, dice, ma “è un percorso eccitante“.

Fonti:
https://www.sciencemag.org/news/2018/11/do-gut-bacteria-make-second-home-our-brains
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