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MIcrobiota intestinale e diabete di tipo 2, il legame

MIcrobiota intestinale e diabete di tipo 2, il legame

Il microbiota intestinale ha la capacità di influenzare il modo in cui le cellule rispondono all’insulina e può quindi contribuire al diabete di tipo 2.

I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Cell, dimostrano un meccanismo patologico finora sconosciuto.

Il microbioma dell’intestino umano

L’intestino umano è popolato da ben 100 trilioni di cellule tra cui batteri, funghi, virus e altre specie microbiche. Queste comunità complesse e molto diverse tra loro determinano un’ampia capacità enzimatica e quindi svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione della fisiologia umana. È ben accertato che ci siano cinque specie batteriche dominanti del microbioma dell’intestino umano:  Firmicutes, Bacteroidetes, Actinobacteria, Proteobacteria e Verrucomicrobia. Inoltre, il microbioma intestinale è indispensabile per la fermentazione dei carboidrati e l’assorbimento dei nutrienti, la protezione dei batteri patogeni e la regolazione dei disturbi metabolici.

Negli ultimi anni, il microbioma intestinale è stato associato alla salute e a diverse condizioni di malattia. Tuttavia, solo pochi studi hanno esaminato se un microbiota intestinale alterato può  influenzare direttamente il diabete.

Microbiota intestinale e diabete di tipo 2: lo studio

Gli scienziati della Sahlgrenska Academy, Università di Göteborg, in Svezia, stanno dimostrando che il microbiota intestinale di persone con diabete di tipo 2 naive al trattamento  può essere collegato a un diverso metabolismo dell’istinoacido istidina, che deriva principalmente dalla dieta.

Pazienti naive: cosa sono?

Con questo termine si intende coloro che non hanno avuto precedenti esposizioni terapeutiche ad uno specifico farmaco o per i quali le precedenti esposizioni siano sufficientemente distanti nel tempo).

Questo meccanismo a sua volta porta alla formazione di imidazolo propionato, una sostanza che altera la capacità delle cellule di rispondere all’insulina. Ridurre la quantità di imidazolo propionato prodotto dai batteri potrebbe quindi essere un nuovo modo di trattare i pazienti con diabete di tipo 2.

Cambiamenti nella dieta contro il diabete di tipo 2, studio e scoperte

“Questa sostanza non causa tutti i tipi di diabete di tipo 2, ma la nostra ipotesi di lavoro è che ci sono sottopopolazioni di pazienti che potrebbero trarre beneficio dal cambiamento della loro dieta o dall’alterazione del loro microbiota intestinale per ridurre i livelli di imidazolo propionato, afferma Fredrik Backhed, professore di Molecular Medicina con un focus di ricerca sul ruolo del microbiota intestinale nel metabolismo.

Lo studio evidenzia ancora una volta dunque l’importanza di mantenere sana e in equilibrio la nostra flora intestinale.

Le conclusioni e nel futuro

Questi risultati forniscono risposte a domande sulla natura dei meccanismi sottostanti tra i batteri intestinali e il diabete.

La combinazione di ricerca di base e clinica apre la strada all‘identificazione dei meccanismi indotti dai batteri e, contemporaneamente, identifica nuove forme di trattamento (e diete) più personalizzate.

“Le nostre scoperte mostrano chiaramente quanto sia importante l’interazione tra il microbiota intestinale e la dieta per analizzare un metabolismo in salute e malato. Il risultato mostra anche che i batteri intestinali di diversi individui possono portare alla produzione di sostanze completamente diverse con effetti specifici nel corpo “, conclude Backhed.

Fonte:
https://sahlgrenska.gu.se/english/research/news-events/news-article//gut-microbiota-products-can-favor-diabetes.cid1590683
https://www.cell.com/cell/fulltext/S0092-8674(18)31306-0?_returnURL=https%3A%2F%2Flinkinghub.elsevier.com%2Fretrieve%2Fpii%2FS0092867418313060%3Fshowall%3Dtrue

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