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La scienza contro i superbatteri: nuove soluzioni in arrivo

La scienza contro i superbatteri: nuove soluzioni in arrivo

La scienza ha fatto un incredibile lavoro salvando milioni di vite da batteri minacciosi. Tuttavia, come ogni organismo, anche i batteri unicellulari possono evolversi. Vediamo come innovative ricerche stanno potenziando l’efficacia di nuovi antibiotici.

Abuso di antibiotici e superbatteri, il contesto

L’abuso di antibiotici è un fattore chiave dietro l’evoluzione dei cosiddetti superbatteri. Con questo termine si intendono i batteri multiresistenti che stanno diventando sempre più difficili da uccidere.

Probiotici e microbioma per combattere i superbatteri

Di fronte a questa situazione sono cominciate ad emergere nuove terapie che possono aiutare a stabilire una nuova linea di demarcazione nella guerra contro i superbatteri. In particolare i probiotici ed il microbioma sono l’oggetto di innovative ricerche.

“Sono un grande sostenitore degli approcci alternativi “, ha affermato “Bob” Hancock, professore presso l’Università della British Columbia a Vancouver, che funge da direttore del Centro per le malattie microbiche e la ricerca sulle immunità.

Microbioma e probiotici per dare vita ad antibiotici più efficaci, gli studi

Hancock spiega a Singularity Hub che le terapie rivolte al sistema immunitario, come i probiotici (i quali possono influenzare la comunità di batteri intestinali), sono oggi tra le aree di indagine più interessanti. Ricerche sulle malattie croniche si concentrano su come il microbioma interagisca con il corpo in relazione alle malattie autoimmuni e alla degenerazione cognitiva.

Attualmente i ricercatori stanno studiando come modulando, o modificando, il microbioma dell’intestino si possa contribuire a dare nuova vita ad alcuni antibiotici. Per esempio, gli scienziati del MIT hanno pubblicato i risultati di uno studio che mostrano come una combinazione di antibiotici e probiotici potrebbe sradicare due ceppi di microbi resistenti ai farmaci che spesso infettano le ferite.

Altre ricerche di Hancock riguardano la combinazione di piccole proteine ​​chiamate peptidi con antibiotici che hanno lo scopo di aumentare l’efficacia dei farmaci esistenti. In particolare, lo studio pubblicato su PLOS Pathogens mirava a trovare nuovi trattamenti per Escherichia coli e un gruppo di agenti patogeni denominati ESKAPE, un acronimo basato sulla prima lettera di sei specie di batteri: Enterococcus faecium, Staphylococcus aureus, Klebsiella polmonite, Acinetobacter baumannii, Pseudomonas aeruginosa e Enterobacter. Questi batteri rappresentano oltre il 60% di tutte le infezioni ospedaliere.

I dati fanno riflettere

Ogni anno circa 2 milioni di persone negli Stati Uniti sono infettate da un agente patogeno antibiotico e almeno 23.000 di queste muoiono ogni anno, secondo il Centro per il controllo delle malattie degli Stati Uniti (CDC). L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riferito inoltre che il numero di morti in tutto il mondo è di circa 700.000. Si prevede che questi numeri arriveranno a 10 milioni di persone all’anno entro il 2050 se i superbatteri continueranno a diffondersi.

C’è ancora molto da capire…

Mentre si stanno facendo progressi contro i superbatteri, non sono ancora compresi pienamente come essi si difendano e i loro percorsi evolutivi. Ad esempio, i ricercatori sanno che i batteriofagi possono trasferire il DNA da un microbo all’altro. Questo processo, noto come trasduzione genetica, è considerato uno dei principali modi in cui i batteri acquisiscono resistenza agli antibiotici. Sono necessari tuttavia ulteriori studi per una comprensione più completa.

Esperti come Outterson, pur cautamente ottimisti riguardo alla nostra capacità di sviluppare nuove terapie, spiegano che un altro modo per rallentare la diffusione di superbatteri è semplicemente attraverso un uso più giudizioso dei farmaci attuali.

“Avremo sempre bisogno di nuovi antibiotici, ma bisogna fare attenzione a cose come l’uso responsabile, l’amministrazione e l’accesso, che possono ridurre notevolmente l’intensità del problema” dice.

I benefici dei probiotici durante la terapia antibiotica

A tal proposito i fermenti lattici rappresentano un valido aiuto per il nostro intestino durante una terapia antibiotica. I probiotici hanno infatti il compito di mantenere l’equilibrio della flora intestinale.

Non vanno assunti contemporaneamente agli antibiotici: una regola empirica è prendere il probiotico 2 ore prima o 2 ore dopo l’assunzione dell’antibiotico. Questo dà il tempo sufficiente al farmaco di lavorare non uccidendo i batteri buoni. Aspettare che finisca la  terapia antibiotica per prendere i probiotici (in genere 7-10 giorni), significa soffrire inutilmente di disturbi digestivi per oltre una settimana.

Quale probiotico scegliere? Ecco i nostri suggerimenti per una scelta più consapevole

Un buon probiotico deve:

  • Contenere in quantità adeguate probiotici appartenenti a generi diversi che non entrino in competizione tra di loro per riuscire a colonizzare  in maniera più efficiente l’intestino. (Tra questi si cita il Bacillus coagulans BC 513, molto resistente agli antibiotici).
  • Essere fermento lattico vivo ad azione probiotica per poter esplicare la sua azione.
  • Essere gastro-resistenti. Il vantaggio di questa forma di assunzione è quella che i fermenti arrivano direttamente all’intestino senza rischiare di venire degradati dagli acidi dello stomaco.
  • È meglio se sono arricchiti da preziose sostanze come le vitamine per il metabolismo energetico, o altri elementi quali lo zinco,  utile per il funzionamento del sistema immunitario, e le fibre prebiotiche(glucani), il nutrimento preferito dai batteri “amici” dell’intestino.

Approfondimenti qui.

Fonti:
https://www.nytimes.com/1999/06/09/us/anne-miller-90-first-patient-who-was-saved-by-penicillin.html
http://cmdr.ubc.ca/
http://news.mit.edu/2018/probiotics-antibiotics-kill-drug-resistant-bacteria-1017
https://journals.plos.org/plospathogens/article?id=10.1371/journal.ppat.1007084
https://www.cdc.gov/antibiotic-use/stewardship-report/pdf/stewardship-report.pdf
http://www.who.int/bulletin/volumes/94/9/16-020916/en/
https://www.cdc.gov/drugresistance/biggest_threats.html
https://carb-x.org/
https://carb-x.org/portfolio/gallery/
https://proteus.ac.uk/
https://amrbenchmark.org/
https://www.forgetherapeutics.com/
http://www.tribpub.com/gdpr/sandiegouniontribune.com/
http://science.sciencemag.org/content/362/6411/207.editor-summary
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