Nella lotta contro i batteri resistenti ai farmaci, un team di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha utilizzato una combinazione tra antibiotici e probiotici.
Il contesto: i probiotici uccisi dagli antibiotici
Finora i ceppi probiotici non sono stati in grado di combattere tutti i batteri trovati in una ferita infetta.
Combinarli con degli antibiotici tradizionali infatti li uccideva.
In questo contesto la scienziata del MIT Ana Jaklenec, insieme ai suoi colleghi, ha escogitato un modo per aggirare il problema incapsulando i batteri probiotici affinché non fossero influenzati dall’antibiotico.
Come combattere i batteri resistenti nelle ferite? Lo studio
I ricercatori hanno infatti dimostrato di poter sradicare due ceppi di batteri resistenti ai farmaci (Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa).
Per ottenere ciò hanno incapsulato i batteri probiotici in un guscio protettivo di alginato, un materiale biocompatibile che impedisce ai probiotici di essere uccisi dall’antibiotico.
Il lavoro del team appare nella rivista Advanced Materials.
Lo studio ed i risultati
Nella capsula sono stati inseriti tre ceppi di Lactobacillus noti contro lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina. A questa capsula è stata affiancata l’azione di un antibiotico, contro l’altro batterio che proliferava nelle ferite.
Tale combinazione è risultata estremamente efficace.
Nel futuro
I risultati della ricerca, se confermati ulteriormente sugli animali e sull’uomo, potrebbero essere una buona base per sviluppare nuovi tipi di bende, o altre medicazioni per le ferite evitando che, durante la terapia antibiotica, i batteri buoni vengano uccisi.
Fonti:
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/adma.201803925
Credit photo: Ryan Allen