Quando ci si trasferisce in un altro Paese cambia il microbioma intestinale: si acquisiscono infatti i batteri del nuovo Paese di residenza.
Ecco ciò che è emerso dallo studio effettuato dai ricercatori dell’Università del Minnesota pubblicato sulla rivista Cell.
I risultati dello studio potrebbero fornire informazioni su alcuni dei problemi di salute metabolica, tra cui obesità e diabete.
Trasferiti: nuovi batteri intestinali
“Abbiamo scoperto che gli immigrati iniziano a perdere i microbi che hanno dalla nascita quasi immediatamente dopo essere arrivati negli Stati Uniti, acquisendo quelli più comuni tra le persone europee-americane“, afferma l’autore dello studio Dan Knights, scienziato informatico e biologo all’Università del Minnesota.
“Tuttavia”, aggiunge, “i nuovi batteri non sono sufficienti a compensare la perdita dei microbi nativi, quindi si ha una grande perdita di diversità“.
Quali Paesi hanno più varietà di batteri?
In altri studi si è dimostrato che le persone nei Paesi in via di sviluppo hanno una maggiore varietà di batteri intestinali rispetto alle persone che vivono negli Stati Uniti.
Il risultato dello studio è stato dunque inaspettato.
Come cambia il tasso dell’obesità una volta trasferiti? Lo studio
Tra gli immigrati si è notato anche un aumento del tasso di obesità.
Lo studio ha utilizzato un approccio di ricerca partecipativa basato sulla comunità: i membri delle comunità Hmong e Karen del Minnesota e della Thailandia sono stati coinvolti nello studio, nel reclutamento dei partecipanti e nell’educazione delle loro comunità dopo i risultati.
È stato confrontato il microbioma intestinale di persone di etnia Hmong e Karen mentre vivevano in Thailandia, con altri di loro emigrati negli Usa e dei figli degli immigrati.
La scoperta: ecco i cambiamenti del batteri intestinali
I ricercatori hanno scoperto che in poco tempo ci sono stati cambiamenti significativi nel microbioma intestinale: già nei primi sei-nove mesi, il ceppo occidentale Bacteroides ha iniziato a rimpiazzare il ceppo batterico non-occidentale Prevotella. Questa occidentalizzazione dell’intestino ha continuato a verificarsi anche nel corso del primo decennio negli Stati Uniti. I cambiamenti sono stati ancora più evidenti nei loro figli.
Le conclusioni e nel futuro
La ricerca ha mostrato una correlazione: una maggiore occidentalizzazione del microbioma sembra essere associata ad una maggiore obesità. “Questa potrebbe essere una strada interessante per future ricerche sul trattamento dell’obesità, sia negli immigranti che nella popolazione in senso più ampio”.
Knights conclude: “Quando ti trasferisci in un nuovo Paese, non solo cambi le specie dei batteri intestinali, ma anche gli enzimi che li trasportano. Questo può influire sulla digestione e su come la dieta interagisca con la salute “
Fonti:
https://www.cell.com/cell/fulltext/S0092-8674(18)31382-5?_returnURL=https%3A%2F%2Flinkinghub.elsevier.com%2Fretrieve%2Fpii%2FS0092867418313825%3Fshowall%3Dtrue